Il Falco pellegrino, dopo Gheppio e Poiana, probabilmente è il rapace diurno più diffuso in Italia. La specie è essenzialmente sedentaria, effettuando al massimo limitati spostamenti durante la stagione invernale.
Il Falco pellegrino è senza dubbio il falconide più elegante e veloce: una delle sue tecniche di caccia più spettacolare è buttandosi sulla preda quasi verticalmente con le ali quasi chiuse: questo falco può scendere in picchiata a una velocità di oltre 290 km/h, muovendosi più velocemente di qualsiasi altro essere vivente.
Ha un apertura alare di 1,10 m ed ha un peso medio di 800 g. Un tempo pareva sull’orlo dell’estinzione, a causa dell’inquinamento prodotto dal DDT e suoi derivati, dei massicci prelievi di pulcini attuati dai falconieri e della caccia illegale. Ora, grazie alle campagne di sensibilizzazione, ad una legge più restrittiva e ad una situazione ambientale nettamente migliore, lo si può considerare un rapace frequente e ben rappresentato in quasi tutte le regioni. E’ riuscito anche a colonizzare da solo o con l’aiuto dell’uomo (con progetti di reintroduzione o messa in posa di nidi artificiali) il centro di città come Roma, Milano,Torino, Bologna, Firenze, Forlì.
Si nutre esclusivamente di uccelli sino alle dimensioni di un’anatra. Vive in zone aperte e selvagge, scogliere, colline, montagne e zone rocciose; d’inverno anche paludi, localmente torri e campanili. La femmina depone da 2 a 4 uova direttamente sul terreno, in nicchie e cavità su pareti rocciose; le uova si schiudono dopo 5 settimane.
Per quanto riguarda il Parco del San Bartolo, è solo a partire del 2001 che si è accertata la nidificazione in una parete lungo la falesia. Nel 2006, grazie all’installazione di nidi artificiali appositamente studiati per il Falco pellegrino, una seconda coppia si è riprodotta sul San Bartolo. In totale, sono 4 i nidi artificiali installati in siti diversi.
Dai nostri rilevamenti, dal 2001 al 2016, si è rilevato che circa 57 giovani di Falco pellegrino si sono involati dalle falesie del San Bartolo. L’emissione in natura di tutti questi giovani da parte di queste due coppie permetterà un aumento della popolazione dei pellegrini intorno all’area.
In effetti, una terza coppia si è insediata a partire del 2003 su una parete fuori del Parco ma vicino a Pesaro ed una quarta coppia sembra essersi formata vicino al centro di Pesaro.