Posto alle pendici del colle San Bartolo, in un declivio naturale rivolto ad oriente, il cimitero testimonia la secolare presenza di un nucleo ebraico nella città di Pesaro che contribuì a costruire l’identità culturale, civile ed economica locale.
Fu istituito alla fine del XVII° secolo da una comunità particolarmente fiorente e numerosa, accresciuta per l’arrivo di alcune famiglie da Ancona (costrette a fuggire in seguito alla distruzione del quartiere con un incendio) e dal Portogallo. La sua importanza e prosperità è testimoniata anche dalla realizzazione della sinagoga sefardita all’interno del ghetto pesarese.
L’area sacra si estende per circa 6.700 metri quadrati che si affacciano al mare ed è rivolta verso Gerusalemme, lungo una pendenza modellata da piccoli terrazzamenti. Al suo interno sono tuttora conservati oltre 150 monumenti funebri, anche se si presume la presenza di molte altre inumazioni non visibili, che non sempre venivano segnalate con stele o cippi, dipendendo dalla condizione economica della famiglia del defunto.
E’ possibile suddividere idealmente l’area in tre sezioni. Quella superiore, che corrisponde alla più antica, ospita numerose stele verticali e cippi cilindrici che contengono iscrizioni e decori. Nella parte centrale invece, si trovano veri monumenti sepolcrali di gusto classico, mentre in quella inferiore, che è la più recente, prevalgono forme romaniche e naturalistiche.