Contrariamente alle aspettative su un’area tutto sommato altamente antropizzata, la flora del Parco San Bartolo sorprende i visitatori mostrandosi nella sua incantevole ricchezza.
Un recente studio sulla “flora vascolare” dell’area protetta ha rilevato la presenza di specie rare in tutto il territorio regionale: la falesia, che tuttora conserva preziosi elementi di naturalità, accoglie specie particolarmente interessanti.
Alberi monumentali
Per definizione (Legge Forestale Regionale n.6 del 2005, l’art. 2, comma 1, lettera L) gli alberi monumentali sono “alberi di qualunque specie, i filari, i gruppi e qualsiasi altro elemento o formazione vegetale di particolare interesse storico-culturale o di particolare pregio naturalistico-paesaggistico, che per età o dimensioni possono essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità o che recano un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, o delle tradizioni locali”.
I grandi alberi spesso sono testimoni dello scorrere del tempo e sono legati a fatti storici e culturali, la cui conoscenza arricchisce di informazione la tradizione locale.
Il censimento degli alberi monumentali del Parco, effettuato nel 2000, ha rilevato la presenza di ben 376 esemplari(16 famiglie e 28 specie).
Boschi
I luoghi boschivi originari sono praticamente scomparsi o ridotti a piccoli lembi impoveriti. In tutti questi ambienti la flora è impoverita anche a causa della presenza di alcune specie legnose invadenti come i Rovi (fra le specie indigene), la Robinia, l’Alloro e l’Ailanto, fra le esotiche.
Inoltre alcuni alberi e arbusti indigeni sono diventati rari, localizzati e legati ai luoghi boschivi e agli arbusteti meno disturbati. Fra essi ricordiamo anche alcune specie piuttosto interessanti quali: Cerro(Quercus cerris), Carpino bianco (Carpinus betulus), Nocciolo (Corylus avellana), Acero d’Ungheria (Acer obtusatum), (Daphne laureola), Erica arborea, normalmente più diffuse nei settori interni della regione e tipiche di boschi mesofili.
Meritano menzione anche la presenza di Clematis viticella, poco diffusa in tutta la regione, Clematis flammula, specie termofila più comune in seno alla vegetazione mediterranea come quella presente sul M. Conero e Pistacia lentiscus, interessantissimo relitto di una vegetazione mediterranea di cui attualmente non si trovano che scarse tracce. In corrispondenza degli affioramenti di rocce arenacee dure e compatte, si rinvengono formazioni dominate da querce caducifoglie (Roverella); nelle aree in cui il suolo ha una maggiore umidità, si differenziano, invece, piccole macchie a Pioppo bianco e Olmo minore.
In altri settori, come ad esempio in prossimità degli abitati di Santa Marina Alta e di Fiorenzuola di Focara, si rinvengono boschi di conifere (es.: Pinus nigra e Pinus halepensis), piantati decenni or sono per contrastare i fenomeni di dissesto idrogeologico.
Coltivi e Formazioni Erbacee
Ancor più interessanti, a livello floristico, sono i luoghi erbosi aridi, presenti in falesia in forma localizzata, soprattutto nelle aree sommitali.
Sul margine dei campi coltivati si possono rinvenire specie erbacee rare o poco comuni: Geranium tuberosum, Tulipa agenensis e Tulipa clusiana, Tulipa sylvestris, Urtica urens, ecc..
Gli ex coltivi e i luoghi. erbosi incolti, da questi generalmente derivati, hanno una flora abbastanza omogenea e banale anche se non mancano alcune specie sporadiche come Orobanche picridis e Vicia lutea o rare come Fumaria parviflora.
Molto più interessanti sono i luoghi erbosi aridi, presenti su alcuni rilievi principali come il M. Brisighella o relegati nelle scarpate stradali o al margine dei campi.
Questi ambienti, particolarmente frammentati, sono importanti aree di rifugio per diverse specie di orchidee (es.: Anacamptys pyramidalis, Orchis coriophora, Spiranthes spiralis, Orchis tridentata, Ophrys apifera, ecc.) e varie specie termofile e xerofile quali Aster linosyris, Fumana thymifolia, Galium lucidum, Ononis reclinata, Silene nocturna, Valerianella coronata, Valerianella muricata, ecc. In ambienti subruderali, fra le numerose specie nitrofile e invadenti, non mancano entità di un certo interesse, fra le quali spicca la presenza assai localizzata di Veronica cymbalaria, molto rara in tutta la regione
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Vegetazione delle Spiagge
Il litorale marino che si sviluppa ai piedi della falesia, è per lo più costituito da una stretta cimosa di depositi ghiaiosi posti al piede della falesia, talvolta sommersa dalle onde e poco ospitale per la vegetazione. Laddove il posizionamento delle barriere sommerse o emerse ha favorito il deposito di materiale sabbioso, sono presenti alcuni lembi di spiagge.
Le parti più riparate ospitano un esiguo numero di piante, fra le quali vanno menzionate Lotus maritimus e Crithmum maritimum. Fra i massi delle scogliere, vegetano, raramente, anche Aristolochia clematitis e Solanum dulcamara.
Nei piccoli lembi di spiaggia si possono incontrare specie psammofile ormai rare in tutto il territorio regionale: Eryngium maritimum, Cakile marittima, Salsola tragus subsp. pontica, Limbarda crithmoides e la graziosa Calystegia soldanella. A Baia Flaminia, all’estremità meridionale del territorio, è presente una vasta spiaggia utilizzata per il turismo balneare e molto frequentata; nelle parti più consolidate dell’arenile, apparentemente incuranti della presenza di bagnati e visitatori, si trovano varie specie nitrofile e ruderali, ma anche piante più rare e interessanti come Hypochoeris radicata e soprattutto la rara Carex divisa.